Insieme è Magnifico
Renato Gualandi si sgranchiva le mani prima dell’inizio del grande banchetto. Grande per quanto possa essere grande un banchetto nel pieno della Seconda Guerra Mondiale. Certo, l’Ottava Armata inglese e la Quinta Armata americana che si incontrano non è mica cosa da poco, roba che non si può risolvere con due stuzzichini e basta. Renato Gualandi si preparava a portare a termine il suo compito, era il 22 settembre 1944. Nell’aria frizzantina e un po’ polverosa di Riccione la storia passava per un piatto di carbonara. Un piatto che, peraltro, ancora non aveva nemmeno un nome. Renato, partito per la Guerra nel ’39 da Bologna, era riuscito a tornare vivo dopo essere fuggito, insieme ad altri tre compagni di battaglia, raggiungendo Ferrara dal confine jugoslavo. Lasciatosi alle spalle l’ingaggio dei tedeschi della Todt lungo la Linea Gotica, Renato Gualandi era riuscito, non senza fatica, a tornare al suo lavoro originario ai fornelli. Dalla cucina di una rosticceria, dove aveva lavorato prima di partire per il fronte, a quella del Domus Mea. In situazioni d’emergenza si fa quel che si può ma spesso è quando gli elementi scarseggiano che la creatività trova libero sfogo. Che cosa avrebbe potuto cucinare Renato Gualandi, che per buona parte aveva a disposizione i tipici ingredienti di una razione K? Con latte e rosso d’uovo, entrambi rigorosamente in polvere, formaggio, pasta e bacon. Le razioni K dell’esercito americano erano “invidiate” dai militari di tutto il mondo: gli USA avevano investito molto per far sentire i loro boys sempre a casa e, soprattutto, garantire loro pasti completi e altamente proteici per mantenerli forti. Il piatto di Renato Gualandi in seguito si è evoluto, fino a diventare uno dei simboli della cucina romana, a dispetto delle sue origini. La carbonara non sarebbe nata senza l’unione di due culture e se Gualandi non avesse fatto di necessità virtù. Probabilmente si sarebbe sviluppata sotto altre forme ma se gli Alleati non avessero unito le forze e se non si fossero incontrate due culture diverse tra loro, come quella americana e quella italiana, sarebbe stato impossibile trovare l’ispirazione. L’unione fa la forza quando dietro a un piatto squisito c’è qualcosa di ancora più buono.
Il Mercato Centrale mette a disposizione il sapere degli artigiani e le loro bontà per una buona causa: sostenere la Fondazione Telethon, da sempre impegnata nella raccolta fondi per la ricerca sulle malattie genetiche rare. È così che sono nati i Magnifici. Gustando le proposte nelle botteghe in via dell’Ariento o in via Giolitti si potrà compiere una buona azione a favore della ricerca scientifica. Ancora una volta tutto parte dal cibo ma non si sofferma solo su di esso: “la bontà è elementare” con un semplice gesto diventa cura, sensibilità, sostegno.
Foto di Federica Di Giovanni