Super Funghi
La storia del videogioco di Super Mario Bros. è ambientata nel Regno dei Funghi, il cui equilibrio è compromesso dal cattivo Bowser, il re dei Koopa Troopa che ha scagliato una maledizione sugli abitanti del regno e ha rapito anche la principessa Peach, l’unica in grado di spezzare l’incantesimo. Mario, insieme al fratello Luigi, viene a conoscenza dell’accaduto e decide di andare in soccorso della principessa, superando un livello dietro l’altro per raggiungere il castello di Bowser. Ci sono molti elementi del gioco che sono diventati cult e ancora oggi sono amatissimi dal pubblico. Tra questi c’è senz’altro il tema musicale di Kōji Kondō, ma ci sono anche personaggi e oggetti che nel tempo sono diventati iconici, come il Super Fungo.
Quando il giocatore riesce a raccogliere il fungo, Mario si evolve nella sua versione Super – termine che è ormai considerato parte integrante del nome di Mario. Nella sua variante più comune (esistono anche il Megafungo e il Minifungo), il fungo dal cappello rosso a pallini bianchi che Super Mario mangia è l’amanita muscaria. Nel mondo reale, questo fungo è una vera e propria celebrità: oltre che per il suo aspetto, anche perché contiene una sostanza psicoattiva, il muscimolo, che provoca micropsia, una condizione per cui gli oggetti sembrano più piccoli e fa sentire la persona più grande. Si tratta di quella che è stata ribattezzata “sindrome di Alice nel Paese delle meraviglie”: nel celebre romanzo di Lewis Carroll, la protagonista mangia un pezzo di fungo del Brucaliffo e, a seconda della parte staccata, diventa più piccola o più grande. Nonostante sia diffusa l’idea che il romanzo sia stato scritto sotto “particolari effetti”, pare che Lewis Carroll soffrisse di frequenti attacchi di emicrania, i quali possono alterare la percezione visiva causando anche la micropsia.
Un mondo da scoprire
I funghi sono organismi particolarmente affascinanti, oltre che variegati – considerando che ne esistono oltre 100.000 specie – sui quali non si smette mai di imparare e sorprendersi. Oltre ai funghi più “classici” che ci vengono in mente – come gli champignon, i prataioli, le trombette – esistono le muffe, i lieviti e tutti svolgono una funzione fondamentale per l’ambiente e, di riflesso, per noi. Nel 2019 su Netflix è uscito un documentario intitolato “Funghi fantastici”, diretto da Louis Schwartzberg, che spiega le molteplici e incredibili proprietà di questi organismi, che costituiscono “l’apparato digerente della foresta”, si collegano tra di loro per chilometri e chilometri e formano delle vere e proprie reti di scambio per gli altri organismi vegetali. Il documentario racconta anche le potenzialità dei funghi sull’impatto ambientale di alcuni disastri causati dall’uomo e di come potrebbero essere impiegati in futuro, nell’ottica di una sempre più efficiente e convinta salvaguardia dell’ambiente. A questo si aggiunge anche tutta la questione relativa alla salute e ai numerosi studi che enunciano i benefici di alcuni funghi legati a diverse patologie – dalla depressione a malattie come il Parkinson o i tumori – ben lontani dall’essere relegati a semplice “droga ricreativa” com’è stato fatto per lungo tempo.
Non tutti i funghi sono “buoni”: alcuni sono notoriamente velenosi, perfino mortali, altri possono danneggiare le colture o, più semplicemente, rovinare degli alimenti e fare impazzire le persone; molti altri funghi, tuttavia, hanno dei benefici diffusamente riconosciuti e innegabili. La medicina tradizionale cinese, per esempio, utilizza diverse varietà di funghi a scopo curativo. Uno di questi è il Ganoderma (o Reishi), rosso o nero, definito “il fungo dell’immortalità” per le sue proprietà che qualcuno definisce “miracolose”. Si tratta di un fungo saprofita delle querce o dei castagni particolarmente apprezzato in Giappone per i suoi effetti benefici e le sue proprietà antitumorali, analgesiche, antiallergiche, antinfiammatorie, antidepressive e rilassanti, tra le altre.
Ormai da molto tempo esiste la funghicoltura, ossia la pratica di coltivare funghi destinati ai vari tipi di utilizzo. Si passa dalla produzione industriale dei lieviti ai funghi commestibili. Da non molto tempo a questa parte, inoltre, sta prendendo sempre più piede la coltivazione di funghi ricavati dai fondi di caffè, un modo per recuperare gli scarti alimentari e produrre altri alimenti, direttamente in casa e in maniera del tutto ecologica.
L’amanita muscaria, come abbiamo visto anche nel caso di Super Mario, è sicuramente il fungo che si presta maggiormente alle illustrazioni e che, per via delle sue particolari proprietà, è entrato a far parte della cultura popolare proprio perché già ampiamente utilizzato in alcune culture, come quelle del Nord Europa, e spesso lo si ritrova illustrato nei libri di fiabe. Così come l’amanita muscaria, altri funghi sono considerati per i loro effetti o per il loro aspetto e questi elementi si sono legati a credenze popolari di vario genere, come il famoso “cerchio delle streghe”. La particolare disposizione di questi funghi – che possono appartenere a 60 specie diverse – ha fatto sì che nel corso del tempo questi “cerchi” fossero considerati delle porte verso altri regni – principalmente una porta di passaggio per le streghe, ma la versione cambia a seconda della cultura e delle tradizioni di riferimento, così come cambia la percezione benevola o malevola della loro presenza. Nello sconfinato regno dei funghi, in cui esistono perfino quelli bioluminescenti (si trovano in Brasile e in Giappone), quando si tratta di mettersi a tavola, i porcini (il nome comune dei funghi del genere Boletus) sono delle vere e proprie celebrità e prelibatezze pronte da mettere nei nostri piatti non appena la stagione si presenta favorevole. Anche se si possono trovare già tra maggio e giugno, a seconda delle condizioni climatiche, settembre e ottobre sono i mesi per eccellenza in cui spuntano i funghi porcini, l’occasione migliore per farne scorta per tutto l’anno, essiccandoli o mettendoli sott’olio. A seconda della varietà e delle loro caratteristiche, infatti, ci sono porcini che si prestano meglio per l’una o per l’altra ricetta, l’importante è non rimanere mai senza. I porcini sono un ingrediente abbastanza versatile: sono buoni con la carne ma anche con la polenta, stanno bene nel risotto così come sulla pasta – immancabili quelli con le tagliatelle. Trifolati, al forno, fritti, sono un vero e proprio tesoro del bosco che permette di sbizzarrirsi in cucina, scoprendoli e rivisitandoli in tutte le versioni possibili.
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