Vedo tutto blu
Potrebbe essere l’inno del 2020, visto che Pantone ha decretato che il Classic Blue (19-4052) è il colore dell’anno che sta per arrivare. “Ho una casa blu con le finestre blu” cantava il gruppo dance: “blu sono le parole che dico e quello che penso”. Leatrice Eiseman, executive director del Pantone Color Institute (la divisione commerciale di Pantone) ha motivato la scelta spiegando che questo colore “ci incoraggia a guardare al di là dell’ovvio” e che ci aiuta a “pensare fuori dagli schemi, ampliare gli orizzonti e favorire il flusso della comunicazione”. Ogni anno, quando Pantone comunica quale sarà il colore-guida dell’anno successivo, tutti si chiedono una sola cosa: ma come si fa a scegliere? La ricerca comprende più ambiti, nel corso dell’anno si tengono sotto controllo tutte le tendenze, le mete turistiche più gettonate, gli stili di vita, l’universo delle tecnologie, l’utilizzo dei materiali o di particolari texture. Da tutti questi studi e anche un po’ dall’umore globale, nasce il colore dell’anno. Il 2019, per esempio, è stato contraddistinto dal Living Coral (16-1546) per la sua “essenza socievole e briosa che invita a fare le cose con spirito leggero, per via del bisogno di ottimismo e la continua ricerca della gioia”.
Se ci guardiamo intorno, il blu è davvero dappertutto, a volte anche nel cibo. Di fatto, in natura non ci sono degli alimenti che si possano definire propriamente blu ma chi segue la dieta cromatica conosce i benefici degli alimenti blu-viola: prugne, melanzane, mirtilli, radicchio, patate e carote viola. In base a come vengono utilizzati, tutti questi ingredienti possono conferire colorazioni più o meno intense, aiutano a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, fanno bene alla vista e ai capillari. Blue cheese, blue velvet cake, pancakes e muffin ai mirtilli che diventano blu, il blue della malinconia o quello delle canzoni. Per il 2020 si possono rispolverare grandi classici, da “Nel blu dipinto di blu” a “Behind blue eyes”, c’è il “Blu cobalto” dei Negramaro, “Nel blu” di Vinicio Capossela o il “Blue Monday” dei New Order. Di canzoni dedicate al blu, che sia il colore o la malinconia che rappresenta in inglese, ce ne sono moltissime. Le puoi ascoltare mentre sistemi le tue nuove tazzine di porcellana bianche e blu, che sono tornate di moda (o forse non sono mai passate) senza nemmeno sapere quello che avrebbe deciso il Pantone Color Institute. Dice che il blu è un colore che trasmette tranquillità alla nostra mente, trasmette pace, affidabilità. Mentre pensi al Classic Blue e al suo essere così rassicurante ne approfitti per rispondere a tutte le domande che ti hanno travolto alla fine dell’anno e che si faranno ritrovare ai piedi del letto quando inizierà quello nuovo. Penserai al blu e al fatto che potresti sceglierlo per quella parete senza personalità, lì in salotto, e trovare un minimo di conforto e sentire che tutto sta tornando in ordine. Potresti trovare perfino qualche risposta alle mille domande che ti stavi ponendo. A volte la risposta può essere quarantadue, a volte potrebbe essere un gelato dal gusto insolito (non necessariamente il gusto puffo, anche se è blu). Potresti bere un cocktail con Blue Curaçao insieme agli amici o fare un corso di meditazione per pensare meglio. E per pensare bene avrai bisogno del blu, o almeno questo è quello che hanno detto. Nel dubbio, vai direttamente sul classico che, indipendentemente dall’annata, non si sbaglia mai.
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