fbpx
Radio Mercato Centrale

  • https://nr4.newradio.it:19407/stream

Retrobotteghe, il blog del Mercato Centrale

Select a city

Vietato fare la scarpetta: spaghetti e bon ton

Postato il 2 April 2016 da Elide Messineo
bon ton
Se c’è una cosa che a tavola regala grandi soddisfazioni, è  raccogliere il sugo rimasto sul piatto con un pezzo di pane, fare la scarpetta è una delle piccole gioie della vita eppure il bon ton lo vieta. Quanti di noi, in realtà, rispettano questa regola?

Ci sono tantissimi dettami del galateo che solo raramente vengono rispettati, ma usi e costumi a tavola cambiano di paese in paese e ciò che a noi può sembrare assurdo, dall’altra parte del mondo potrebbe essere più che normale. Mentre il nostro bon ton ci vieta di mangiare rumorosamente, in alcuni paesi orientali è considerato un segno di apprezzamento. Gli arabi mangiano spesso con le mani, cosa che sarebbe gradita se aveste un futurista a tavola, ma rigorosamente vietata sulle tavole italiane, ad eccezione di alcuni cibi.

Una delle domande più controverse della storia del galateo – si fa per dire – è: come si mangiano gli spaghetti? Ognuno trova il suo modo e affina la sua tecnica, in Cina e Giappone si usano le bacchette, noi usiamo più comunemente la forchetta. L’errore più grave, blasfemo per un italiano, è spezzarli prima di cuocerli o tagliarli direttamente sul piatto (May Day! May Day!). C’è chi si aiuta con il cucchiaio per mangiarli o addirittura chi ha inventato una forchetta elettrica per riuscire a girarli senza complicarsi troppo la vita ma che gusto c’è a mangiarli senza esserseli davvero meritati e senza aver fatto la giusta pratica? Chiariamolo una volta per tutte: il modo più corretto per mangiare gli spaghetti è prenderne pochi alla volta inclinando orizzontalmente la forchetta e arrotolandoli, senza farli pendere. Se non ci riuscite basta un po’ di allenamento, anche perché il galateo ricorda che non bisogna mai avvicinare la testa al piatto, ma la forchetta alla bocca, senza abbassarsi in avanti. Con gli spaghetti questo è un errore ricorrente, tanto quanto quello di mettere i gomiti sul tavolo.

Altro grande dilemma a tavola: il piatto va lasciato completamente vuoto oppure no? Se per noi significa aver gradito molto la portata, secondo il galateo bisogna sempre lasciare qualche residuo. La pensano così anche in Thailandia, lasciare del cibo sul piatto non significa che non fosse buono ma che chi lo ha servito è stato molto generoso e ha fatto una porzione abbondante. Tornando alla scarpetta, la questione è controversa, perché chef del calibro di Gualtiero Marchesi apprezzano un piatto che torna in cucina completamente ripulito. Esistono diversi manuali di “sopravvivenza”, soprattutto nel caso in cui bisogna andare a mangiare all’estero o partecipare a eventi formali: mai parlare con la bocca piena o masticare a bocca aperta, nessuno vuole vedere la trasformazione che il cibo subisce una volta abbandonato il piatto.

spaghetti e bon ton

Ci sono anche diversi modi di tenere gli utensili, voi con che mano tenete il coltello per tagliare la carne? L’etichetta impone che si usi la mano destra e si sposti la forchetta sulla sinistra, c’è chi fa l’esatto opposto. C’è anche chi mangia semplicemente usando le mani, ma dipende dalla consistenza del prodotto che si sta mangiando e anche del posto in cui ci si trova. In molti paesi arabi e in Oriente si usa mangiare seduti per terra, prendendo il cibo da una grande ciotola posta al centro del tavolo. Per i musulmani è molto importante stare attenti a non usare la mano sinistra, considerata impura, in India a volte si aiutano con il pane per raccogliere le porzioni. Nel caso in cui vi doveste trovare una coscia di pollo sul piatto, usereste la forchetta e il coltello o la addentereste con voracità? Anche in questo caso dipende dall’occasione, di certo si gusta maggiormente nel secondo caso, a volte mangiare con le mani può essere divertente, perfino liberatorio e chi se ne frega del bon ton!

In Cina e Giappone le posate, salvo alcuni casi, sono pressoché inutili, perché il cibo è già tagliato a pezzettini, in modo tale che si possa mangiare a bocconi senza richiedere l’uso di una forchetta e soprattutto del coltello, utensile indispensabile in cucina ma da evitare a tavola. Se andate in Messico e vi viene in mente di mangiare tacos con le posate, farete la figura degli snob, infatti vanno mangiati rigorosamente con le mani. Se invece vi spostate in Cile, toccare il cibo con le mani è considerato un gesto molto maleducato. In Egitto dovrete sempre aspettare che qualcuno versi il vino nel vostro bicchiere, è considerato maleducato farlo da soli. È possibile chiedere il bis? Quello che per noi significa aver apprezzato una portata al punto da volerne ancora, in Venezuela è praticamente vietato, eccezion fatta per il dessert.

Ostriche, aragosta, lumache, sono alcuni degli alimenti che più mettono in difficoltà, soprattutto in occasioni formali e quando sulla tavola compaiono strani aggeggi, mai visti prima: la forchettina a tre denti per le ostriche è quella che fa meno paura, per l’aragosta c’è l’apposita pinza così come per le lumache, che in alcuni casi si possono mangiare anche con lo stecchino. Solitamente usiamo lo stecchino anche per prendere le olive, ebbene si dovrebbe usare la forchetta, almeno nel caso in cui si trovino sulla pizza. Il solo pensiero fa sudare freddo, già viene da immaginarsi olive che rotolano qua e là per tutta la tavola, ma negli altri casi vi è concesso l’uso delle mani. E a proposito di pizza, come si mangia? Finalmente il galateo si è rassegnato: la pizza si può mangiare con le mani.

Uno dei momenti più rumorosi è quello del brindisi, quando i calici si toccano tra loro e tutti brindano dicendo “cin cin!”. Niente di tutto questo dovrebbe succedere: nessun “cin cin!” e nemmeno i calici che tintinnano, ma semplicemente si avvicinano tra loro. In questo caso, anche chi non beve deve accostare il bicchiere alle labbra, fare finta insomma, e il bicchiere non deve contenere acqua. Ma davvero è così rilevante seguire le regole del bon ton? Dipende sicuramente dal contesto ma, in fin dei conti, l’importante è aver apprezzato la portata e sentirvi liberi di gustare nel modo che più vi piace.