Birra: Mesopotamia, monaci trappisti e l’Animal House
Nel codice di Hammurabi si dispone che ogni cittadino abbia diritto alla sua razione quotidiana di birra, la bevanda è diventata anche una forma di pagamento già nell’antico Egitto e molto tempo dopo negli USA, per chi lavorava nei campi. Nella cultura occidentale inizialmente la birra era vista come una bevanda da cowboy, sicuramente di bassa lega rispetto ai drink che usavano bere le stelle del cinema. La prospettiva è cambiata e lo si nota anche nel cinema stesso: la prima lattina è stata realizzata nel 1935 e da quel momento ognuno poteva bere la sua birra comodamente a casa. Così l’atto di rilassarsi sorseggiando dalla lattina è diventato un momento in cui ritirarsi e riflettere, stare un po’ con se stessi (esempio sul grande schermo: “Gran Torino” di Clint Eastwood).
Homer Simpson non riesce a vivere senza la sua Duff, che adesso esiste come marchio anche nella realtà. Se pensiamo al cinema, ci vengono in mente un’infinità di scene legate alla birra. Tanto per citarne una, in “Trainspotting” c’è la scena in cui Begbie scatena una violenta rissa in un pub. Bibita immancabile nel frigo di ogni americano, è apprezzata anche dal popolo italiano, soprattutto se accompagnata da una pizza e in concomitanza con una partita di calcio. Non vi viene ancora in mente niente? Partita Inghilterra-Italia, il ragionier Ugo Fantozzi con la sua Peroni gelata da degustare con il frittatone di cipolle che tanto amava. Quentin Tarantino nei suoi film non si è lasciato sfuggire nemmeno la birra, tra le altre cose, ed anche in questo caso finisce all’interno di una sorta di rituale che precede una vendetta. Come in “Bastardi senza gloria“, e tanti saluti a Michael Fassbender!
C’è birra doppio malto gelata a dovere nel film “Le ali della libertà“, in cui il protagonista baratta il suo lavoro per concedere ai compagni tre birre a testa e un piccolo momento di felicità. Quale abbinamento migliore, poi, della birra con salsiccia? Lo insegnano Bud Spencer e Terence Hill e se si pensa a questo accostamento, ma soprattutto ad una buona birra, viene subito in mente la Germania seguita dal Belgio, con la sua lunga tradizione di monaci trappisti. Questi vivono in clausura, pregano, studiano ma creano anche ottimi prodotti come olio, vino e, appunto, birra. Oggi è richiesta in tutto il mondo, per questo viene prodotta sotto certificazione, per tutelarne l’origine e la qualità, e ci sono solo undici monasteri ufficiali in tutto il mondo, sparsi tra Belgio, Paesi Bassi, Italia, Austria e Stati Uniti.
Istituzione anche in Irlanda, dove la sua invenzione viene attribuita a tale Charlie Mopps (personaggio fittizio protagonista della canzone folk “Beer, beer, beer“), la birra viene usata spesso e volentieri anche in cucina. Alla pari del vino viene impiegata per la preparazione di diversi piatti, solitamente a base di carne, ma si abbina benissimo anche al cioccolato o alle noci; si possono realizzare creme e perfino sorbetti, avete mai assaggiato il birramisù? Lo chef stellato Claudio Sadler ne propone una sua versione particolare.
Come tutti gli alcolici la birra va bevuta responsabilmente, se consumata in eccesso può essere dannosa ma può esserlo anche in altre circostanze. Avete mai sentito parlare del London Beer Flood? Correva l’anno 1814, in quella che allora era la fabbrica Meux si ruppe una cisterna da oltre mezzo milione di litri di birra che invasero il sobborgo di St. Giles. Una vera e propria inondazione che distrusse delle case, un pub e uccise nove persone.
Se consumata nella giusta quantità, invece, pare che la birra abbia anche dei benefici: secondo l’American Journal of Clinical Nutrition grazie al silicio presente nella bevanda, si rinforzano le ossa. Sicuramente sarebbero stati d’accordo i bevitori del Medioevo, allora la birra veniva consumata in abbondanza e preferita anche all’acqua per via del suo contenuto calorico. Dicono che la birra aumenti la creatività, forse per questo in numerosi film la sorseggiano giornalisti e investigatori, come il tenente Colombo che se ne concede una dopo la risoluzione di un caso. Da bevanda di basso livello, la birra è diventata democratica per poi spopolare definitivamente, raggiungendo anche i college americani. A partire da “Animal House” di John Landis c’è una vasta filmografia che racconta di bravate da college e la birra non esce mai di scena.
Solitamente si ricollega alla cultura occidentale, ma la birra viene apprezzata anche in Oriente, la Cina è il Paese che ne consuma di più in assoluto. E visto che una buona birra non dovrebbe essere mai negata a nessuno, un birrificio australiano si è preoccupato di far sì che anche gli astronauti nello spazio possano consumarla. È nata così la Vostok, la birra scura a gravità zero, testata con successo nel 2011 ma per ora la NASA non sembra intenzionata ad inserirla nel menu degli astronauti. Per concludere, non ci resta che riportare un’eloquente citazione di Benjamin Franklin: “La birra è la prova che Dio ci ama“.
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