Superfood: il cibo buono per il marketing
Alcuni di questi sono considerati molto importati dalla FAO, perché potrebbero aiutare a risolvere – almeno in parte — il problema della fame nel mondo. Molto spesso si tratta di polveri estratte o bacche. Questi super-cibi crescono sia nei paesi freddi che in quelli caldi, vuol dire che ogni posto ne ha sicuramente uno a disposizione. La regina della categoria, anche grazie alle spinte del marketing degli ultimi anni, è l’alga spirulina, considerata l’emblema del cibo del futuro.
Se a livello mediatico “superfood” è un termine che funziona sempre e attira l’attenzione, non fa contenti né convince gli esperti. Dietologi e nutrizionisti non apprezzano la disinformazione che spesso si cela dietro questa parola. Qualcuno, in effetti, potrebbe abusarne, propinandovi bacche di schisandra, pitaya o moringa come la soluzione ad ogni vostro male. Con superfood si intende, infatti, tutto quel cibo che ha effetti benefici sulla salute e che può fare la differenza in presenza di patologie. Ma bisogna andarci cauti. È ovvio che il cibo comporti dei benefici, basta conoscerlo a fondo, ma non è vero che tutto può essere curato col cibo. Nell’Unione Europea, non a caso, l’etichetta di superfood non può essere utilizzata, a meno che a suo supporto non vi siano evidenti prove e ricerche scientifiche.
Presi dall’entusiasmo della novità e incoraggiati dai media, molti potrebbero male interpretare le proprietà di questi famosi super cibi e farne un utilizzo scorretto. Le proprietà benefiche di alcuni di essi sono già note – abbiamo parlato in precedenza dell’importanza degli agrumi, della stessa spirulina o della nutraceutica – senza che a rafforzare la loro “nomea” ci sia quell’etichetta. Avrete notato voi stessi che spesso escono pubblicazioni discordanti sugli effetti dei cibi sulla nostra salute. Prendiamo come esempio la polvere di cacao o il caffè: un giorno fa bene alla pressione, quello dopo non più; un giorno risolverà i vostri problemi di cefalea, il giorno dopo li peggiorerà. Molte notizie riportano che alcuni di questi superfood siano in grado di diminuire il rischio di cancro, come il tè verde. In questo, come in molti altri casi, non ci sono studi scientifici a supporto. Molti siti incentivano il consumo di questi super-cibi, soprattutto quelli dedicati ai salutisti più incalliti e integralisti. Qualunque sia la vostra propensione, non affidatevi mai al potere delle notizie che corrono sul web, soprattutto quelle non verificate. Ma affidatevi sempre e solo a esperti. Il termine “superfood”, e non è un segreto, fa semplicemente aumentare la domanda di determinati cibi ma il valore dell’informazione è decisamente più alto e prezioso.
Foto di Federica Di Giovanni
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